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I viaggi in Asia, America Latina e Africa, la frequentazione di amici artisti e l’incontro con l’artista e maestro Hiroaki Asahara, da cui ho appreso l’antica tecnica di fabbricazione della carta, sono stati un forte stimolo per lo sviluppo della mia produzione artistica. L’incontro con Hiroaki, di cui mi ha affascinato la leggerezza del gesto creativo, il linguaggio essenziale e profondo e l’armonia cromatica delle opere, è stato l‘inizio del mio viaggio artistico. 

Da allora la carta è diventata il mio inseparabile compagno di viaggio, uno strumento per me indispensabile per cercare armonia, per rappresentare bellezza, per rivelare i frammenti di memoria che porto dentro di me. Solo quando ho cominciato a fare la carta e a adattarla alle mie opere, utilizzando gli insegnamenti di Hiroaki e attuando mie personali sperimentazioni, ho compreso perché la materia carta mi attrae così tanto e ho capito perché l’armonia che cercavo potevo trovarla nella materia che creavo e nella sua trasformazione in oggetti, forme, sculture.

La carta è leggerezza robusta e solida trasparenza; mi attrae la variegata consistenza materica delle superfici e la capacità di trattenere la luce e dare dimensione alle ombre. La carta ha in sé il fascino della vita e della memoria dell’albero e ne è, in un certo senso, il prolungamento. Fragilità e forza se riescono a convivere in un’opera, riescono, secondo me, a rappresentare la fragile armonia della bellezza. 

Nel corso del tempo ho adattato la tecnica di fabbricazione della carta al mio mondo interiore e a ciò che volevo creare e comunicare: alla polpa di cellulosa aggrego elementi naturali come foglie, fiori, sabbie, polveri, piume, rafia, paglia, etc. e ricerco variazioni cromatiche frutto di sperimentazioni. 

Midollino, legno, bambù, vetri, corde, sabbie e altri materiali naturali e poveri sono gli elementi che contribuiscono a realizzare le sculture. L’armonia tra questi materiali e la carta è quanto cerco in ogni opera. Armonia e leggerezza. E tutto il tempo lento necessario perché l’opera prenda forma e diventi ciò che avevo immaginato. 

Per me l’opera è una costante ricerca di armonia tra il volume e lo spazio in cui si colloca, il vuoto e il pieno, la luce e l’ombra, la trasparenza e la matericità.  E’ ricerca di armonia tra i valori cromatici dei frammenti di carta. E’ ricerca di armonia nel processo stesso di esecuzione. Penso che leggerezza, lentezza di esecuzione e tempo siano intrinsechi all’opera stessa e alla natura della materia, la carta. Nelle opere degli ultimi anni il tempo è diventato oggetto e parte integrante dell’opera. 

Dotate di una luce interna, le sculture possono trasformarsi in “oggetti illuminati” rivelando segni, forme, sfumature di colori e ombre, frammenti di inaspettate trasparenze che richiamano una dimensione onirica. Sospese o appese ad un muro, le sculture rivelano la forza materica della carta e ne evidenziano la dimensione evocativa.

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